L’opera figurativa è materia. Materia che parla. Che parla di qualcosa e di qualcuno: di sé stessa, di chi la mette in forma, di un pensiero, di un sentire. E parla a qualcuno, o, forse meglio, con qualcuno: che la guarda, o comunque la percepisce. Nella sua materialità, ma anche, spesso, oltre questa. Lo scarto non è nella materia, ma nello sguardo di chi la osserva. Per questo può congiuntamente e simultaneamente, esserci, cioè apparire, e non esserci, nascondersi, o forse riuscire a negarsi proprio nel suo lasciarsi solo intravedere, quasi in controluce. Per questo l’arte è forse il primo approdo dello scarto, che lì può forse più facilmente mettere sé e l’occhio in discussione con il suo stesso mostrarsi.

Table 6

Joy of freedom
Joy of freedom (cm 125 x 250)

Table 5

Crossroads
Crossroads (cm 80 x 140)

Table 4

Sand and sea
Sand and sea (cm 80 x 140)

Table 3

City from heaven
City from heaven

Table 2

Wireless connections (cm 80 x 140)

Table 1

Colors in the dark
Colors in the dark (cm 80 x 140)